Franca Sozzani, la storica direttrice di Vogue Italia, che è andata oltre al significato originale della moda.
The Little Vain
Le immagini valgono più di mille parole, e questo Franca Sozzani (1960-2016) lo sapeva bene. La giornalista di moda e direttrice creativa di Vogue Italia dal 1988 al 2016 – anno della sua morte – aveva capito, che per raggiungere un numero ampio di lettori, la rivista di moda da lei capitanata – Vogue Italia – doveva attuare un cambiamento. La copertina assunse un nuovo significato: comunicare la realtà e i suoi problemi , non solo la moda. Franca Sozzani era una donna che sapeva perfettamente come funzionava l’industria della moda e che sentiva necessario non focalizzarsi solo su di essa limitandola al suo più comune cliché: ‘la moda è solo lustrini‘. La moda è anche altro, o meglio è soprattutto altro. A tal motivo, Vogue Italia, iniziò a dare voce a problemi nazionali: l’ambiente, la bellezza, la violenza domestica e il razzismo.
5 copertine ricche di significato ideate da Franca Sozzani per Vogue Italia
Franca Sozzani conosceva e viveva a stretto contatto con l’industria della moda. Sapeva bene che niente in quell’ambiente era veramente oro colato. La giornalista vedeva con i suoi occhi ragazze rovinate dai canoni di bellezza, che di anno in anno diventavano sempre più selettivi, difficili da raggiungere e competitivi. Le modelle nere sono in netta minoranza e quelle curvy completamente inconsiderate. Vogue Italia sollevò le questioni con le copertine ‘ The Balck Issue ‘ (2008) – quella di maggior successo e che vendette il maggior numero in assoluto di copie di tutte le copertine realizzate dalla rivista di moda sino ad ora – e ‘Belle Vere‘ (2011).
The Black Issue (2008)
Belle Vere (2011)
La bellezza e la ricerca ossessiva sono sempre stati temi molto a cuore per la giornalista. Le donne del mondo sono perennemente divise in due categorie: quelle che pensano di essere ‘troppo’ e di dover essere ‘meno’ e quelle non si vedeno ‘mai abbastanza’. Franca Sozzani affidò il compito di ritrarre questa triste realtà al fotografo di moda Steven Meisel. Il numero di Vogue Italia prese il nome di ‘Makeover Madness‘ e ritraeva donne ossessionate dalla chirurgia plastica, che non temono il dolore degli aghi pur di apparire “perfette” e del tutto innaturali.
Makeover madness (2005)
Franca Sozzani diede un’ulteriore spinta alla rivista italiana di Vogue parlando non solo di moda, ma anche di questioni sociali, come l’ambiente e la crisi climatica Il compito venne affidato sempre a Steven Meisel e la copertina prese il nome di ‘The latest wave‘ (2011).
The latest wave (2011)
Ultimo, ma non per importanza è la copertina ‘Cinematic‘ (2014) ispirata ai film horror e che si fa portavoce di un altro importante problema: la violenza domestica. Con uno scatto che era stato realizzato dall’amico Meisel , Franca, denunciava apertamente il problema: troppe donne ogni anno perdono la vita ingiustamente. Le foto sembrano rubate da scene di un film horror – il genere preferito della nuova generazione – e racconta in maniera concreta una triste verità.
Cinematic (2014)
« Quando mi viene un’idea – raccontava Franca – , o quando viene a lui, sappiamo qual è il punto di partenza ma non sappiamo come andrà a finire… Per me Steven è “Il” fotografo di moda. Vedere le immagini quando sono uscita dalla shoot fotografico, ovunque sulla televisione italiana ma anche nel resto del mondo, quante donne vengono attaccate, abusate e uccise ogni anno? Sapete, solo l’anno scorso in un paese piccolo quanto l’Italia, 1700 donne sono state vittime di violenza di cui circa 130 sono state uccise; un numero enorme: più di due donne alla settimana, una proporzione enorme. Ammazzate, così, semplicemente. Quindi mi sono detta… perché non ribadire il messaggio, specialmente il messaggio che gli orrori della vita reale sono maggiori e anche più terrificanti di quelli che si vedono nei film. È questo il vero orrore; quello a cui assistiamo e che vediamo e leggiamo ogni giorno sui giornali di tutto il mondo che ci dicono in quale situazione di vulnerabilità si trovino ancora le donne che possono essere attaccate, subire violenze ed essere uccise».
Le immagini valgono più delle parole, e Franca Sozzani lo aveva capito senza ombra di dubbio.
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