Vogue Italia: Vittoria Ceretti è la protagonista della copertina di aprile 2022 della rivista di moda.

Tra natura e tecnologia, l’uomo può o deve tornare ad essere umano?

The Little Vain

Il mese di aprile sembrava portare un senso di normalità che oramai fa quasi paura. Eppure, basta accendere la televisione o leggere qualche notizia online per capire che è l’uomo a far paura. Cosa siamo diventati? Dovremmo smetterlo di chiedercelo e tentare di dare una semplice risposta che sembrerebbe priva di ciò. E sebbene la normalità di prima non potrà mai tornare ad esistere, l’umanità necessità di tornare alla sua forma passata e migliorarsi, perché, forse non si è mai stati realmente umani.

Vogue Italia: Rafael Pavarotti fotografa Vittoria Ceretti, la protagonista della copertina di aprile 2022 della rivista di moda. — Credit: Rafael Pavarotti / Vogue Italia

Dunque, arriva il mese di aprile, e come da consuetudine, esce una nuova copertina di Vogue Italia. Mi accingo a comprarla, perché non resisto. Mi emoziona sempre, ma questa volta un po’ di più. Vittoria Ceretti è la protagonista dello scatto realizzato dal fotografo brasiliano Rafael Pavarotti. La modella italiana è coperta da pittura argentata ed indossa un vestito bianco con scollo a v di Saint Laurent ideato da Anthony Vaccarello è dei gioielli di Swarovki. L’immagine è fredda ed arriva dritta al punto senza leggere la frase in copertina: RITORNIAMO UMANI. Ma cosa significa ritorniamo umani? Come si fa dire a degli esseri umani di tornare umani? È forse possibile? Sì. Non c’è più umanità in questa non normalità. L’empatia sembra essere l’unica soluzione possibile. L’ambiente, gli umani, il mondo, tutto va ascoltato, capito e rispettato. Non c’è più umanità, e forse non ce n’è mai stata. Ma si può continuare a rimanere indifferenti a ciò? I cambiamenti climatici, l’inquinamento, le ingiustizie, le guerre, il covid sopravvivono nel nostro mondo tecnologico. L’uomo cerca semplicemente di sopravvivere in questo costante caos, senza una direzione logica.

Eppure, basterebbe soltanto vivere, tornando ad essere “esseri umani“, proprio come la canzone di Marco Mengoni: « credo negli esseri umani che hanno coraggio di essere esseri umani ».